
I
Se per “successo” o “riuscita” si intende quello che comunemente si intende nella nostra società, allora il successo o la riuscita di un figlio è inversamente proporzionale alla fretta che i genitori, incrociati per strada, manifestano di tirare dritto.
II
Se penso all’importanza che le buone famiglie cattoliche attribuiscono al fatto che il genero – il marito della figlia nonché padre dei futuri nipoti – sia laureato (va bene una laurea qualsiasi, anche di quelle che si prendono coi punti del Mulino Bianco, qualsiasi cosa purché il tizio non sia costretto a lavorare con le sue mani, per dirla col personaggio di un noto romanzo di George Eliot), se penso a tutto questo mi sorge il dubbio che per entrare nel Regno dei Cieli non sia delle volte richiesto il diploma di laurea.