NOVALIS, Considerazioni sparse (Vermischte Bemerkungen, 1798)

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Friedrich von Hardenberg, che scelse di firmarsi Novalis sulla rivista Athenaeum dei fratelli Schlegel, nacque nel 1772 nel castello di famiglia a Oberwiederstedt e morì nel 1801, di tubercolosi come quasi tutti, a Weißenfels, entrambe località della Sassonia-Anhalt.

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Il castello di Oberwiederstedt

Studiò giurisprudenza a Jena, Lipsia e Wittenberg; più tardi chimica e ingegneria mineraria. Ricoprì incarichi nell’amministrazione statale e nella direzione delle miniere di sale. Assieme ai fratelli Schlegel, a Schelling e a Tieck, contribuì in modo determinante alla nascita del primo romanticismo tedesco. Nel 1798, prima della redazione delle sue opere più note (Inni alla notte, Canti spirituali, Heinrich von Ofterdingen), consegnò a August Wilhelm Schlegel, per la pubblicazione nel primo numero di Athenaeum, una raccolta di Bemerkungen: “considerazioni” asistematiche su diversi argomenti, nella forma congeniale ai romantici del frammento. Oltre all’aspirazione poetico-filosofica, ma intesa in senso immediatamente esistenziale, all’abolizione dei confini e al superamento degli opposti – alla loro risoluzione in una unità meno visibile e più reale – troviamo analisi acute e precise di atteggiamenti culturali, posizioni antropologiche, costanti della religione come fenomeno sovraconfessionale.

Qui di seguito una piccola scelta.

10. L’esperienza è il banco di prova del razionale – e viceversa.

L’insufficienza della pura e semplice teoria al momento dell’applicazione, su cui l’individuo pratico volentieri insiste – la si ritrova reciprocamente al momento dell’applicazione razionale della pura e semplice esperienza, e viene constatata dal filosofo con sufficiente evidenza; tuttavia egli si astiene dal sottolineare la necessità di questa constatazione. L’individuo pratico, perciò, rigetta in toto la pura teoria, senza immaginare quanto problematica debba essere la risposta alla domanda: se la teoria sia per l’applicazione, o non sia invece l’applicazione al solo fine della teoria.

19. Come si può essere ricettivi per qualcosa, se non se ne ha in sé il germe. Ciò che mi viene chiesto di capire deve svilupparsi organicamente in me – e ciò che in apparenza imparo, è solo alimento – sprone per l’organismo.

20. La sede dell’anima è là dove mondo interno e mondo esterno si toccano. Dove si compenetrano – è in ogni punto della compenetrazione.

33. L’uomo continua a vivere, a agire, soltanto nell’idea – attraverso il ricordo della sua esistenza. Al momento non c’è nessun altro mezzo per l’azione degli spiriti in questo mondo. Pensare ai defunti è perciò un dovere. È il solo sistema per rimanere in comunione con loro. Dio stesso non agisce fra noi in altro modo, che attraverso la fede.

54. L’individuo può soltanto essere interessante. Per questo tutto ciò che è classico non è individuale.

82. Nella maggior parte dei sistemi religiosi siamo considerati membra della Divinità che, quando non obbediscono agli impulsi del tutto, oppure, se anche non agiscono intenzionalmente contro le leggi del tutto, non vogliono essere membra bensì andare per la propria strada, vengono sottoposte dalla Divinità a trattamento sanitario – e, o guarite con dolore, o addirittura amputate.

108. Se lo spirito santifica, ogni autentico libro è Bibbia.

109. Ogni individuo è il centro di un sistema di emanazione.

110. Se lo spirito è paragonabile a un metallo nobile, allora la maggior parte dei libri sono monete false[1].

In ogni libro utile il metallo nobile deve essere fortemente mischiato in una lega. Allo stato puro esso è inutilizzabile per la vita quotidiana.

È raro che un libro venga scritto per amore del libro.

A molti libri veri succede come alla pepite d’oro in Irlanda. Per lunghi anni vengono utilizzati soltanto come pesi.

I nostri libri sono una carta moneta informe, alla quale gli studiosi danno corso legale. Questa passione numismatica del mondo moderno per la carta moneta è il terreno sul quale, spesso in una notte, essi spuntano come funghi.

 

[1] Letteralmente: “la maggior parte dei libri sono efraimitiEfraimiti era il nome dato per scherno a monete coniate in Prussia durante la guerra dei Sette Anni, a bassissimo tenore di metallo nobile, da Itzig e Ephraim, appaltatori della zecca di stato. (N.d.t.)