
Mi rendo conto che non ho mandato a Putin il mio regalo di compleanno. Deplorevole dimenticanza. E sì che lo avevo in mente da un po’ il regalo giusto. Tagliato su misura.
Pazienza. Rimedierò come posso, offrendoglielo adesso:

Gli Stati Uniti hanno perso molte volte – anzi, dopo la Seconda Guerra Mondiale in fondo non hanno fatto che perdere.
Non mi pare ne abbiano mai fatto un dramma, né che le sconfitte abbiano particolarmente scosso lo Stato e le sue istituzioni. Questo perché, evidentemente, la nazione è sufficientemente coesa, economicamente solida, e lo Stato poggia su istituzioni robuste. Gli Stati Uniti possono permettersi di perdere e anche di fare delle figure barbine, come recentemente in Afghanistan. Gli scivolano.
La Russia, invece, pare che non possa permettersi di perdere. Il problema della Russia – almeno soggettivamente, cioè come lo vive lei – è che se perde si sfascia. Probabilmente perché è una nazione poco omogenea (benché di fatto dominata dall’élite etnica e culturale dei russi europei), economicamente poco solida, e dotata di istituzioni traballanti che reggono soltanto finché fanno capo a un vertice assoluto, zar o altro.
Questo, naturalmente, è un problema per tutti. È il grossissimo problema dei paesi che hanno, economicamente e istituzionalmente, le pezze al culo – ma un arsenale nucleare fornitissimo.
Buon compleanno e zero di questi giorni (lo so che è inelegante).
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