
Ci sono cose che fa anche se sa che sono sbagliate, o che non hanno senso, o che non porteranno ad alcun risultato, o che porteranno a un risultato spiacevole. Generalmente le fa perché a un certo punto ha deciso di farle; non vede altri criteri per l’azione. Quando ha deciso magari le sembravano buone idee, che aprivano nuove prospettive, che potevano cambiare in meglio la vita. (…Continua su Poliscritture)
Bellissimo! Si legge velocemente e con grande curiosità, a tratti sembra perfino di vedere i luoghi e la situazione descritta… Non mi pare di cogliere della perfidia nel racconto (c’è dell’autobiografismo?), ma solo tanta autoironia, che probabilmente aiuta anche a reagire, in qualche modo, al profondo senso di stanchezza…
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Grazie Alessandra, e grazie soprattutto per assolvermi dall’accusa di perfidia. Mi sto facendo una pessima reputazione, e soltanto perché non sono capace di prendere la positività dell’essere dritta di faccia, ma solo di sbieco, da una prospettiva ironica (e autoironica) – un margine ridotto, che però ha il vantaggio di essere autenticamente salvifico. Sull’autobiografismo… diciamo che è autofiction 🙂
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La penso come Alessandra.
( e romanzo pubblicato con l’editore concorrente ? Famme capi’… 🙂
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Tutta fiction… 🙂
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