Per necessario contrasto, in queste giornate di primavera in cui oltretutto è esploso un caldo fuori stagione, chi non prova un segreto fastidio per il trionfo del sole?
Se qualcuno c’è che non prova fastidio (e ci sarà, ci sarà…), gli comunico che è rimasto indietro di duecento anni.
Ma in onore degli altri, di quelli abbastanza al passo coi tempi, quelli che magari sono rimasti indietro ma solo di una tacca e non di venticinque, in onore di quelli che nel pieno sole hanno nostalgia dell’oscurità e delle fumigazioni, cominceremo la rassegna dei peccati capitali con l’accidia, che come tutti sanno si acutizza nei cambi di stagione.
O nobili accidiosi, che con più recente vulgata siete detti depressi, occhio a quello che rischiate:
Fitti nel limo dicon: “Tristi fummo
ne l’aere dolce che dal sol s’allegra,
portando dentro accidïoso fummo:
or ci attristiam ne la belletta negra”.
(Inferno, VII)
Sappiate che, poiché siete stati male di qua, di là starete peggio.
L’ha ribloggato su Alessandria today.
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Qualche poeta maledetto mi aveva detto che in inverno, a volte, i melanconici stanno meglio visto che sentono maggiormente la vicinanza con il cielo, cosa che non accade con la bella stagione, quando la sfera celeste sembra prendere maggiormente le distanze dalla terra.
Comunque è vero, certe volte la tempesta, la pioggia sono ben accolte quando coincidono con il nostro stato d’animo, altrimenti sarebbe come costringerci ad ascoltare musica soave, quando invece il nostro animo vorrebbe, solamente e senza argini, dare libero sfogo alla sua dannazione. Naturalmente, riesco a concepire quel sentimento per cui un’armonia alla quale tu non puoi ( e non vuoi) prenderne parte stia lì, sfacciatamente indifferente al tuo sentire, ad allestire un giubilo, come se tutto, ”wertherianamente” parlando, potesse essere felice a prescindere da te. Forse, se non ci agita troppo, le porte dei paradisi artificiali sono aperte per gli inoperosi…
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Per citare il Maestro (e esperto di paradisi artificiali sui quali non contava troppo):
Quelquefois dans un beau jardin
Où je traînais mon atonie
J’ai senti, comme une ironie,
Le soleil déchirer mon sein ;
Et le printemps et la verdure
Ont tant humilié mon coeur,
Que j’ai puni sur une fleur
L’insolence de la Nature.
(Baudelaire, “A celle qui est trop gaie”)
Oggi c’è vento, il tempo sta cambiando. Tutta un’altra storia…
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Aprile è il più crudele dei mesi…
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Proprio così. Poi pian piano ci si abitua 🙂
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I due fratelli, quello del piano di sopra e quello del piano di sotto le hanno create di proposito il Paradiso e l’Inferno. Il dubbio e sapere quale dei due e nato prima. Ci sono varie malelingue nella terra di mezzo del Purgatorio che dicono che quando il Paradiso era sovraffollato fu creato il piano inferiore. Invece ci sono altre malelingue che sostengono il contrario. Una cosa e certa, Dio e il Demonio fratelli dalla nascita si sono divisi i due luoghi. Per questo il giorno che dovrò oltrepassare questo mondo ho già due ticket di visita per i due piani. Poi sceglierò dove stare. Non mi fido delle maldicenze.
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