In un film di Jean Renoir tratto da un racconto di Maupassant, Una gita in campagna, un vecchio film in bianco e nero e con un audio pessimo, c’è una scena d’amore in un rifugio di arbusti sulla riva della Senna. È un amore ingenuo e senza futuro, a cui segue l’ammassarsi delle nubi all’orizzonte, l’erba piegata dal temporale, la pioggia sul fiume. La macchina da presa fugge all’indietro e riprende la pioggia che impatta sulla corrente e scava buche effimere come piccoli crateri. L’acquazzone ci appare della stessa natura della sua anticipazione nella scena precedente: la lacrima che scivola sul cerone dell’eroina e sgorga da un eccesso di sensualità colmata, di stupore per la profondità della natura, di rimpianto per tutto questo che appena trovato è già perduto.
Pioggia sul fiume, acqua sulla corrente, acqua che tempesta sull’acqua; quasi niente aria. È singolare come questa idea ci affascini: di trovarci fra l’acqua e l’acqua, con appena un po’ d’aria fra i fitti strascichi di pioggia, e il petto oppresso e esaltato per la difficoltà di respirare.
Le immagini in bianco e nero di Renoir sono poesia pura. Il racconto non l’ho letto, ma sono andata a cercare il film in rete. Bello tornare a ripercorrere certi film….
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Mi invogli ad andare in cineteca a recuperarmi questo film 🙂
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E’ un film vecchio, ma secondo me vale assolutamente la pena.
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Non tanto vecchio 🙂 Tra gli ‘ultimi film che ho visto ci sono ”Il dottor Mabuse”:-) e ”Giglio infranto” . Di Renoir ho apprezzato ”Il Fiume”.
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