IL SECONDO E IL TERZO DI TRE SONETTI SOPRA UN COLTELLO DA BURRO COL MANICO DI CORNO (il primo lo trovate qui)
II
La lama che in Eldalie fu forgiata
Stesa indolente sopra la burriera
Riflette nell’acciaio una brughiera
Smorta sulla tovaglia inamidata.
L’impugnatura stramba variegata,
Partita in rami, di pazzia foriera,
Corno d’innocua bestia in una fiera
Di mostri e strane cose fu acquistata
Dal re degli elfi Gorbaran l’Ardito
– Per un coltello farne che scalcasse
Le carni preparate per gli eroi.
Ma nell’artiglio eburneo c’era il dito
Di un diavolo cornuto di Manasse;
E fu così che giunse in mezzo a noi.
III
Oh, re degli elfi! Nostalgia mi prende
Della tua mensa d’alberi intrecciata
E di radici, ove curva o spezzata
O flessüosa è ogni linea e tende
Ad un intrico senza scopi, o spende
Immemore il suo corso ed è incantata
Dal ferreo caso: come la posata
D’acciaio e corno che ogni uso offende.
Che se a noi giunge per ignote strade,
Terragne e oscure, il suo segreto ci arde
Quasi che fosse demoniaco attrezzo;
A nulla buono; sulla sua forma cade
Di suscitar sospetto in menti tarde,
Paurose di dover pagare il prezzo.
